Che cos’è stato il Sessantotto? Il trionfo dell’utopia, una straordinaria stagione di idealismo e protagonismo giovanile, l’ultima rivoluzione “ottocentesca”, il prologo, in Italia, degli anni di piombo?La risposta non può ovviamente essere una sola, come tanti sono i modi per tornare su un anno sicuramente cruciale nella storia recente.
Mi piacerebbe raccontare quella stagione, ricca di attese, tensioni, problemi, delusioni attraverso più mezzi di comunicazione: le canzoni e anche i film di allora proiettati nelle sale, mentre negli infuocati festival si discuteva dell’esistenza stessa della settima arte; i film di oggi, che a distanza di anni, tornano a far rivivere sullo schermo il clima di quella stagione.
Soprattutto il cinema infatti, “specchio” e anche “agente” del suo tempo, contribuisce a dare forma alla realtà, favorendo interpretazioni e modelli del mondo che rappresenta. Se queste considerazioni sono sempre valide, c’è più di un motivo per chiamarle in causa nella rivisitazione del sessantotto, a cominciare dalla centralità del cinema, molto più marcata di oggi, fra i consumi culturali del tempo.
un movimento ben ricco ,ome hai detto tu,di apporti culturali dei più diversi. I musica abbiamo i doors e i pink floyd per quanto riguarda la psicadelia, i doos piu blueseggianti e rivoluzionari,le porte della percezione una dimensione che denunciava quel che succedeva dietro l'angolo,la guerra del vietnam.I Pink con la psicadelia'percettiva e introspettiva'influenzata dalle correnti picoterapeutiche che iniziano a girare insistentemene..non solo loro però, la famosa white rabit dei jefferson airplane, jimi hendrix,reed&velvet underground formati e messi insieme da andy warhol che a sua volta metteva insieme il movimento della pop art,rivoluzionario e avverso al mondo borghese..beh tanti e tanti ancora,anche qui da noi..gruppi come le orme,gli area, il banco del mutuo soccorso o a livello piu 'popolare'de andrè e guccini soprattutto..un gran movimento che a volte viene visto "non bene", solo dalla parte dove magari potrebbe essere contestabile...
RispondiEliminaFabri..Uno degli aspetti principali della cultura sessantottina è la ricerca di un pensiero politico che fosse capace di andare oltre le secche nelle quali si erano arenati tutto il materialismo dialettico di stampo sovietico, quanto il marxismo scolastico dei comunisti
RispondiEliminaoccidentali.spesso si tende a pensare al sessantottino come un comunista..certo potrebbe essere anche così ma non solo..
Il Sessantotto non è solo un insieme di eventi, ma soprattutto una risposta ad un bisogno culturale e sociale. Qualcosa che si cercava da molto tempo prima e che doveva essere trovato, che nel tempo doveva poter essere chiamato con un nome.
Si tratta in effetti di un’elaborazione culturale fortemente segnata dalle diverse specificità nazionali, e nella quale si intrecciano la proposta teorica innovativa e la riscoperta delle tradizioni eterodosse, libertarie e minoritarie, che il marxismo ufficiale aveva ridotto al silenzio e relegato ai margini.
Il '68 cmq porta un'ondata di novità in ogni campo..ed è la prima volta (e forse resterà l'ultima) che accade qualcosa del genere a livello mondiale..