giovedì 25 giugno 2009

Fantastico!

Recensione positiva

RECENSIONE POSITIVA SUL BLOG “komunicareeco”

A mio avviso un blog fatto molto bene è quello di Enrica Marelli
http://komunicareeco.blogspot.com/.
Molto spesso, nei limiti delle mie possibilità, ho fatto riferimento a questo blog nel creare il mio, in quanto,oltre ad essere originale è ricco di ogni cosa.
Enrica utilizza il suo piccolo spazio web in modo davvero brillante e lo trasforma continuamente arricchendolo di ogni tipo di gadget possibile, personalizzandolo con colori vivaci ke catturano l’attenzione del visitatore e lo stimolano la sua curiosità.
Il suo è proprio ciò che dovrebbe essere un blog: non un copia e incolla dalle varie enciclopedie, dai siti siti online e dai diversi blog in circolazione, ma qualcosa di molto personalizzato, che ha un obiettivo ben chiaro, quello di FARE COMUNICAZIONE. Veramente tanti sono gli spunti ke i diversi post offrono. Tanti sono i suggerimenti ke è possibile trovare: sulle diverse lezioni tenute e arricchite da video e spiegazioni dettagliate su tutto ciò ke bisogna fare per diventare un bravo blogger, link di ogni genere creati a misura del visitatore. La pubblicità è inoltre l’anima del blog, ce ne sono di tutti i tipi e tutte sono disposte in maniera accurata. NULLA è LASCIATO AL CASO, ma tutto è studiato nei dettagli! Inoltre il blog è stato incrementato ogni giorno e le novità apportate sono sempre migliori delle precedenti, come ad esempio le dirette, le quali mi sembra d’aver trovato solo nel suo blog.
Stravagante la mail disposta in apertura e le etichette mobili sono un tocco di classe suprema!
RECENSIONE NEGATIVA SUL BLOG
http://perilinfa.blogspot.com/

Blog veramente povero di contenuti quello dal titolo
"ANDATE AVANTI VOI CHE A ME VIEN DA RIDERE".
Già la presentazione è tutto un programma:si vuole schernire il lavoro altrui?!?qual è il reale intento di questo blog?!?bhè non è molto chiaro,sembra giusto un tentativo disperato di inizare(ma senza portare poi a termine!)un progetto in vista di un esame.Varie sono le promesse di aggiornare il blog ma passano diversi giorni senza ke nulla venga aggiunto(l'ultimo post è infatti datato 10 giugno!). I sostenitori sono pochi, come biasimarli d'altronde?!? Manca la pubblicità, anima dei siti internet e del commercio in generale;i colori utilizzati sono scuri e poco piacevoli. Il tutto è solo abbozzato, ci sono un mucchio di immagin copiate dai vari siti,tanta roba presa qui e lì per criticare personaggi pubblici non troppo amati. Divesa carne messa sul fuoco ma veramente tutto di poca qualità. I gadget si lasciano desiderare, sono pochi,anzi pochissimi e sistemati non in maniera ottimale. Non c'è l'orologio, nè il calendario ma solo il gioco "dell'impiccato", forse metafora dello stato d'animo del creatore vistosi "costretto" a lavorare per una prova desame?!?i giochi erano tanti, si poteva scegliere qualcosadi più allegro no?!? Anche il profilo utente è povero, la foto del gattino steso al sole stremato dalla fatica la dice lunga sul creatore..
"Andiamo avanti noi ke a lui vien da ridere.."

mercoledì 24 giugno 2009

femminismo

Donne contro i padri:Il '68 Culla del femminismo....!!!!!


E' in famiglia che le donne consumano il loro '68. E' fra lemura domestiche, in contrasto con l'autoritarismo paterno e inrottura con i ruoli tradizionali di madri e nonne, con orari eduscite senza controllo, lasciando negli armadi i vestiti piu'vezzosi ed indossando solo jeans ed eskimo, che le ragazze dellacontestazione studentesca sperimentano la loro rivoluzione. Nonche non fossero presenti nelle universita' o nelle piazze, nonche non vivessero e sentissero pienamente quel clima di liberta'in cui la politica cercava nuovi sbocchi. Ma erano a fiancodegli uomini, non erano le protagoniste. Per le donne, pero', il '68 fu una tappa strategica: oltre adinstaurare nuovi rapporti in famiglia fu l'inizio di un percorsoche sfocera' qualche anno dopo nel femminismo. E' il fermento diquella protesta contro le regole sociali, la culla delfemminismo nostrano. E' cosi' che tre giornaliste e femministe(due delle quali hanno vissuto direttamente quegli anni)spiegano il '68 dal punto di vista delle donne. ''Nel '68, c'era una scarsa consapevolezza dell'identita'femminile - dice Franca Fossati, che allora frequentaval'Universita' statale di Milano, poi direttrice per dieci annidella storica rivista 'Noi donne', oggi caporedattore di La7 -erano donne molto mimetiche dei maschi. Avevano rotto con lafamiglia, con tabu' sessuali e molti stereotipi ma erano donnesubalterne agli uomini, sia in politica, sia nelle assemblee,come anche nel sesso. Erano si' tante quelle che partecipavanoma con scarsa consapevolezza. Anzi, a volte l'essere donna eravissuto come un disvalore. Non avevamo alcuna autonomia dipensiero, ne' hanno espresso punti di vista originali ma hannocreato il terreno fertile per il femminismo. L'elaborazione e'partita da li'. Solo dopo, a meta' degli anni '70, con ilneofemminismo l'essere donna acquista un valore e si mette indiscussione il rapporto con l'uomo. E' solo allora che si portail corpo delle donne in piazza e gli slogan come il simbolico'Io sono mia''. Eppure, a partire dal '68, le donne - era laprima generazione secolarizzata - cominciano ''a progettare unavita che non fosse solo la maternita', incrinano ilpatriarcato''. Nonostante cio', senza questa tappa, ilfemminismo non ci sarebbe stato, e con esso le tante battagliedei diritti sociali delle donne. ''C'era il mito del leader, ilmito maschile'' osserva ancora Fossati che smentisce alcuneleggende metropolitane, come il sesso trasgressivo: ''Di orgeall'universita' non ne ho mai viste. Come anche i reggisenibruciati in piazza, di cui tanto si favoleggia''. Marina Pivetta, giornalista Rai in pensione ed attualedirettrice del giornale femminista online 'Paese delle donne',nel '68 era a Trento, alla facolta' di Sociologia. ''Per mequegli anni - racconta - sono stati una grande scoperta, misentivo di partecipare alla politica in prima persona, di farequalcosa per me''. Per le donne e' stata ''la prima grandepresenza di massa in un movimento politico, anche se poi nonerano presenti nelle leadership. Ma si rimboccavano le maniche,stampavano volantini, attaccavano manifesti, facevanovolantinaggio. Venivano chiamate 'gli angeli del ciclostile'''.Il '68, soprattutto, ''e' stato importante per noi perche' e'caduto l'autoritarismo, vivevamo con un gran senso di liberta'.E questo non e' passato solo nelle piazze o nelle universita' manelle famiglie. In casa, c'era la ribellione. Di fronte aidivieti paterni, molte sono andate via. Era possibile trovare unlavoretto, era piu' facile di adesso mantenersi, vivere insieme.Il fenomeno delle comuni era significativo. Tutto questo e'durato un anno, un anno e mezzo''. Per le donne, ''non e' statofacile buttare all'aria i ruoli, per molte e' stato difficileripensarsi, il dolore e' stato vissuto in privato, molte sonoandate in analisi''. E' servita anche l'autocoscienza che e'arrivata dopo: ''non volevamo essere ne' mogli ne' figli,dovevamo capire cosa eravamo, cosa volevamo essere''. Col '68 edopo il femminismo ''e' cambiata la vita della donna. Orariescono a gestirsi una vita autonoma, magari faticosissima fralavoro, figli, marito, ma senza ruoli definiti''. In definitiva,il '68 e il movimento delle donne sono ''l'unica rivoluzione noncruenta e continua a lavorare, nella cultura, in modosotterraneo ancora oggi. Tanto per fare un esempio, lamanifestazione del 24 novembre scorso contro la violenza sulledonne; alle assemblee vedo tante ragazze, tanta partecipazione.Il movimento delle donne sta riemergendo''. Paola Tavella, femminista, giornalista e scrittrice, era unabambina nel '68 e viveva a Genova. Di quel periodo ha letto estudiato. ''Ho sempre pensato che le donne di quell'epoca hannorotto un ordine sociale che imponeva loro uno stile. Neicomportamenti come nel vestire: magari andavano a scuola congonnellina e camicetta, con i capelli cotonati, e poi, in unlampo, per andare a contestare, si infilavano jeans emaglietta''. Per la prima volta maschi e femmine non eranodivisi, hanno fatto politica insieme. ''Le donne pero' non sisono trovate a loro agio e hanno cominciato a fareautocoscienza, cercavano qualcosa che avesse un senso nella lorovita''. Ed oggi? ''Le donne vivono infinitamente meglio. Da li'dal 68, e' cominciato tutto''. (Notizie da Ansa)

Ricordi del movimento

Curiosando su you tube ho trovato questo video.. Credo possa essere interessante per capire più o meno un moviemnto molto vasto come lo è stato quello del '68.

Grandi uomini...del'68

..."Gli uomini passano ma gli ideali restano
e continueranno a camminare sulle teste di altri uomini"...
.............Giovanni Falcone...........


...La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. ( Giovanni Falcone)

Presentazione

La mia carta d'identità digitale


Carta d’identità digitale
di Elisa Caputo

1985: il 13 settembre, nasce in uno dei borghi più belli d’Italia una piccola peste che sconvolgerà la vita di tutta la sua famiglia.
1988:nasce la mia sorellina ma la mia gelosia nei suoi confronti svanisce presto in quanto continuo a mantenere il monopolio della situazione!
1993:mia sorella ha ormai 5 anni,è arrivata l’ora di esplorare il mondo esterno insieme a lei..la nostra tappa preferita è la sala giochi dei nostri nonni. Scopriamo insieme i video games e in particolare litighiamo per chi deve prendere il posto per giocare a BUBBLE BUBBLE (chi non ci hai mai giocato?!?) ma anche PAC MAN era tra i nostri preferiti!
1995:
i miei genitori ci regalano il Tamagochi ma il povero gattino virtuale non ha con noi vita lunga,infatti muore presto!
1999:a luglio,dopo l’esame di terza media ho il mio primo cellulare,un mitico nokia 3310 blu,adoravo quel telefono,soprattutto per la sua funzionalità. gioco atetris in ogni momento utile e finalmente potevo inviare sms a volontà,soprattutto sfruttando le varie promozioni del mio operatore preferito!Durante le vacanze di Natale e in estate avevo 100 messaggi al giorno da inviare a mio piacimento!!!
1999-2004:frequento il liceo classico ma non ho molte occasioni per sfruttare il laboratorio d’informatica. Ricordo che per noi l’ora prevista ogni mese per entrare in quella stanza piena di computer era come una sorta di premio,dovevamo meritarla con fatica! È proprio tra quelle mura che ho modo di conoscere il fantastico mondo di internet,perché nel mio paese la connessione è impossibile fino al 2001,e ho modo di creare un account di posta elettronica e di scoprire come funziona una chat!
2002:nei pomeriggi più tranquilli io e la mia amica passiamo ore a chattare,era un vero spasso,soprattutto x le cavolate che inventavamo!!! L’entusiasmo per la chat però non dura molto.
2003:al mio compleanno ricevo una splendida fotocamera,l'unico handicap è il fatto ke on è ricaricabile e le pile si scaricano sul più bello!!!
2005: agosto il mondo del web mi è servito per iscrivermi all’uni.in seguito grazie a mondoailati posso essere aggiornata sui pagamenti delle tasse, avere notizie per i corsi, gli orari,i test. Finalmente ad ottobre ho il mio primo vero portatile con una connessione ad internet tutta per me!!!il modem è esterno e non è velocissimo ma lo intaso subito di canzoni e di video scaricati da emule e da youtube!conosco msn e inizio a chattare con i miei amici lontani..Nello stesso anno seguo i corsi di esercitazioni di informatica1, utilizzo il pacchetto Office e sostengo l’esame che stranamente supero al primo colpo!!! Non sono tuttora molto ferrata nell’utilizzo del pc infatti!
2006:esercitazioni di informatica 2,per l'esame creo un piccolo sito con il linguaggio html..
2008:mi iscrivo per la prima volta nella mia vita ad un social network potentissimo e molto diffuso,
Facebook, che mi dà la possibilità di rimettermi in contatto con amici e compagni di scuola che non sentivo da parecchio tempo! Si sono susseguiti nel corso degli anni vari telefoni ma nessuno veramente funzionale come l'N70,il cellulare più bello e resistente che abbia mai ricevuto!con questo utilizzo la video e fotocamera e invio e ricevo mms.
2009:purtroppo gli esami stanno terminando ma sul mio libretto mi rendo conto che ne manca uno che mi sono portata dietro dal primo anno:SWE! Adesso non c’è più tempo,devo per forza impegnarmi! Durante quest’anno sono “COSTRETTA” a seguire il corso di ambienti digitali perché Swe è deceduto!seguo qualche lezione e mi rendo conto di essere rimasta proprio indietro per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica! Ripristino il mio account gmail (creato in precedenza e poco sfruttato); all’inizio sono un po’ disorientata ma poi riesco a creare un blog con blogspot.com,(
http://elisacaputo.blogspot.com)frequento i blog dei miei colleghi,interagisco con loro e cerco di stare al passo!

domenica 21 giugno 2009

“Liberazione da che? Da mille cose ingiuste. Da uno studio inutile a capire la vita e utile solo a perpetuare una società che opprime. Dal comunismo che inebetisce chi può permetterselo, che riempie la pancia e il cervello e non fa pensare con la propria testa. Dalle istituzioni, presentate come neutre, ma in realtà tutt’une con il potere dominante. Dall’alienazione. Dall’uomo a una dimensione. Dalla disoccupazione. Dalla guerra contro il Vietnam e dalla cause oscene che l’hanno determinata. Dalla guerra come pericolo e minaccia permanenti.”

(Formidabili quegli anni, Capanna, 2008, p.65)
“Nei ragazzi e nelle ragazze, negli studenti, nei giovani operai messi in movimento da un insieme complesso di fattori, si potevano rintracciare non solo l’insoddisfazione per condizioni economiche svantaggiate, ma anche nuovi bisogni di libertà individuale e la crescente intolleranza per un mondo privo di sviluppo e di prospettive.”

(C. Levi, La Nuova resistenza, supplemento di “Rinascita”, N.7-8)
ciao a tutti!!!
non so voi ma io mi emoziono ancora oggi quando penso a ciò ke i ragazzi e le ragazze di quegli anni hanno "creato", alle idee per cui hanno coraggiosamente combattuto,agli ideali che hanno portato avanti con entusiasmo..Oggigiorno, a mio avviso,un movimento di quella portata è assolutamente impensabile..forse sono troppe le distrazioni ke nella nostra epoca hanno il sopravvento....
..forse manca la speranza di "cambiare il mondo" che ha caratterizzato quelle generazioni.
Io non credo ke i Sessantottini abbiano realizzato ogni aspettativa, non penso ke abbiano raggiunto ogni traguardo..ma almeno ci hanno provato,sono scesi in campo e hanno lottato con coraggio per cui, qualsiasi conquista,anche la più piccola, è stata assaporata con orgoglio!

venerdì 19 giugno 2009

La guerra di Piero



Fabrizio De Andrè - "La guerra di Piero"
La canzone pacifista per eccellenza. Chi non si è commosso alla “morte di maggio” non è degno di definirsi un sessantottino.
Nella strana discografia di Fabrizio De Andrè la canzone di Piero viene pubblicata nel 68. E' più vecchia, ma è certo l’inno italiano al pacifismo più bello e forte. E senza De Andrè, che 68 avremmo avuto?

Fabrizio De Andrè - Canzone del Maggio



Omaggio a Fabrizio e al Sessantotto... Il quadro che si vede all'inizio è di Munch, s'intitola "Il Giorno dopo". E' il quadro che ad Adriano Sofri fa venire in mente il momento post-sessantotto, un'atmosfera simile a quella della mattina dopo una sbornia, quando ci si sveglia con la testa pesante e un confuso desiderio di cambiamento, ma la voglia di rifare tutto daccapo...

Critica sociale e rivoluzione negli anni Sessanta

La strumentalizzazione del testo

Nella poesia è possibile rintracciare molta ironia e diversi livelli di lettura, ma in tanti non riescono, ancora oggi, a cogliere queste sfumature. Viene interpretata infatti come un’ invettiva, dal sapore passatista ed elitaria, con cui il poeta fa una precisa scelta di campo: schierarsi dalla parte dei poliziotti e contro gli studenti (“avete facce di figli di papà / vi odio come odio i vostri papà”). I ragazzi, che a migliaia, a Valle Giulia, si erano scontrati con la polizia che voleva impedire loro l’accesso alla Facoltà di Architettura occupata, non sono altro che “figli di papà”, soliti studenti ribelli provenienti dal ceto medio, nella linea del “sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale)”.
Ma Pasolini non si schiera affatto dalla parte dei celerini. Proprio le strumentalizzazioni della poesia, letta superficialmente, sedimentate e poi alimentate da una certa stampa, non permettono ancora ai nostri giorni, di analizzare con la dovuta attenzione l'Apologia, il testo che Pasolini fa seguire agli appunti in versi: occorrerebbe leggerla integralmente e con attenzione per comprendere i reali intenti del poeta, altrimenti risultano evidenziati soltanto gli stereotipi "studenti: figli di papà" "poliziotti: figli del popolo", e su questi si innestano equivoci senza fine e si tentano ancora oggi strumentalizzazioni anche volgari.

PASOLINI E IL '68

Nel giugno del 1968, subito dopo gli scontri romani, Pasolini scrive una delle sue poesie più discusse, più famose, più ricordate (spesso strumentalmente), ma anche paradossalmente meno capite: Il PCI ai giovani. Il componimento, che fa parte della raccolta «Trasumanare e organizzar» (1971), riguarda le lotte studentesche e attira pesanti critiche soprattutto da parte dei partiti della Sinistra.

Questi i versi maggiormente incriminati:

... Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti,
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
Vengono da periferie, contadine o urbane che siano.
[...]
Hanno vent'anni, la vostra età, cari e care.
Siamo ovviamente d'accordo contro l'istituzione della polizia.
Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete!
I ragazzi poliziotti
che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione
risorgimentale)
di figli di papà, avete bastonato,
appartengono all'altra classe sociale.
A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento
di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte
della ragione) eravate i ricchi,
mentre i poliziotti (che erano dalla parte
del torto) erano i poveri ...

VALLE GIULIA - 1 MARZO 1968 - ROMA

Considerazioni..

Considerato con distacco, il movimento studentesco nato nel '68 appare interpretabile come un fortissimo fenomeno di modernizzazione sociale, culturale e politica, all’insegna soprattutto di una dimensione anti-autoritaria.
Nel passaggio dalla società agricola alla società industriale di massa, il movimento infatti ha messo in discussione, quasi sempre a partire prima di tutto dal terreno universitario, una dopo l’altra le strutture e le istituzioni: dalla famiglia alla scuola, dalla fabbrica ai quartieri cittadini, dall’informazione alla repressione, dai rapporti sessuali a quelli generazionali, dalle carceri ai manicomi, dalle forme della politica fino anche alle forme della religione. Nell’arco di alcuni mesi, la dialettica innescata dal movimento studentesco tra libertà e potere si è riverberata dall’università a tutti gli ambiti sociali e istituzionali, anche in contesti socio-politici profondamente diversi (c’è stato infatti un Sessantotto anche nei Paesi a regime autoritario, sia di destra che di sinistra, sia in Europa che in altri Continenti).
Da questo punto di vista si potrebbe dire che tale movimento è stato il primo grande fenomeno di “globalizzazione” e di mondializzazione che si sia manifestato dopo la seconda guerra mondiale: un fenomeno culturale e politico – ma anche di costume e di stili di vita – verificatosi ben prima che prevalesse la globalizzazione di carattere economico-finanziario.